[vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Com’è noto, il mezzogiorno d’Italia registra le tariffe Rc Auto più alte d’Europa. Dagli ultimi studi – peraltro proprio dell’ANIA – è emersa una distorsione del mercato che produce tariffe sproporzionate e altamente discriminatorie nei confronti dei cittadini del mezzogiorno.

Con il passare degli anni questo fenomeno è costantemente cresciuto dando vita a quello che potremmo definire un vero e proprio razzismo assicurativo.

La sola circostanza di essere residenti in una regione del Sud Italia è difatti il più delle volte sufficiente ad imporre al cittadino un premio assicurativo pari al doppio o al triplo rispetto a un cittadino che risiede in una regione del nord Italia, che abbia le stesse caratteristiche di guida, anzianità di assicurazione ed attestazione di rischio bonus/malus, e ciò indipendentemente dalla compagnia scelta. Il tutto   viene giustificato assumendo che in quelle realtà vi sarebbe un’ incidenza delle frodi assicurative a tal punto incisiva e incalzante da rendere obbligato l’aumento del premio.

Ma è davvero così? Al di là dei fenomeni occasionali che possono verificarsi in ogni parte del paese, quale è la reale incidenza del fenomeno? Nessuno se lo è ancora chiesto.

Siamo stati così tanto abituati a sentire parlare della capacità truffaldina del mezzogiorno d’Italia d’aver fatto coincidere l’ipotesi con la tesi, smettendo così di indagare la correttezza del dato. E negli anni la nostra incapacità di domandarci se il fenomeno delle frodi fosse davvero così presente ha superato definitivamente la nostra capacità di indagare l’effettività del malcostume, anche perché le compagnie, al di là delle solite e generiche lamentele, nulla dicono circa la reale incidenza del fenomeno. Ciò dovrebbe far riflettere molto attentamente.

Persino negli ultimi studi ANIA l’incidenza delle frodi sul costo dei risarcimenti – ovviamente sventagliata con un certo terrorismo ed allarmismo – non è stata rilevataDove sono i dati sulle condanne per truffa alle assicurazioni? Quante sono le sentenze passate in giudicato che hanno accertato questo fenomeno. È davvero così incisivo sui bilanci delle compagnie da imporre premi esorbitanti anche agli automobilisti virtuosi? Nessuno lo sa.

Eppure ogni compagnia di assicurazione ha al proprio interno un ufficio antifrodeparticolarmente strutturato e bene in grado di denunciare le frodi e che dovrebbe essere in grado in tempi rapidi di fornire questi chiarimenti.

E’ pertanto arrivato il momento che la Commissione europea, l’AGCM (Antitrust), il Ministero per lo Sviluppo Economico e il Parlamento Italiano, intervengano seriamente, perché questo stato di cose è divenuto più che insostenibile per migliaia di cittadini del centro e sud Italia.

E’ in particolare il caso di incominciare a domandarsi – come dicevamo prima – quanti cittadini e professionisti (medici, periti, liquidatori, legali, carrozzieri) siano stati denunciati e condannati nell’ultimo triennio 2009-2012 a causa delle frodi assicurative per valutare successive iniziative.

Per rispondere a queste domande è stata recentemente presentata un interpellanza parlamentare che dovrebbe poter fare maggiore chiarezza sul punto.[/vc_column_text][vc_column_text]

Il (falso) mito delle truffe e il (vero) razzismo assicurativo/p>

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